È passato più di un mese, ma su decine di canali mediatici stranieri continua ad esserci fermento sul caso del proprietario bulgaro del marchio di gioco “Efbet” – Stefan Naydenov “Tsekata” e i suoi figli Tsvetomir e Boyan Naydenovs. Apparentemente, i tre sarebbero coinvolti in una serie di traffici illegali, tra cui scommesse online non regolamentate, riciclaggio di denaro ed evasione fiscale. Lo scandalo si rivela così massiccio che non è più limitato ai confini bulgari ma pere essersi diffuso in paesi come Malta, Regno Unito, Spagna, Grecia e ora anche in Italia. Come risulta chiaro, la famiglia Naydenov ha ottenuto una licenza per il gioco d’azzardo in l’Italia lo scorso ottobre e sta attualmente cercando locali da utilizzare.
Eppure, dietro la facciata di un “solo un altro bookmaker” c’è un numero sorprendente di piani loschi REALI per scommesse FAKE e riciclaggio di denaro tramite il gioco d’azzardo offline e online. Ovviamente, i Naydenov organizzano da anni scommesse sportive false attraverso la loro piattaforma di gioco. Dopo varie ispezioni da parte dell’Agenzia statale per la sicurezza nazionale (SANS) e delle istituzioni finanziarie in Bulgaria, i proprietari di Efbet sono ora indagati da servizi ufficiali in altri cinque paesi: Spagna, Grecia, Inghilterra, Romania e Malta. La domanda ora è: l’Italia ha bisogno di un’altra famiglia di mafiosi che gestiscono i loro piani loschi illegali sul territorio dello stivale?
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Cvetomir Naydenov di fronte al Palazzo Nazionale di Giustizia
La prima operazione contro i crimini della famiglia Naydenov e dei loro malaffari ha avuto luogo il 4 ottobre, quando gli agenti speciali bulgari si sono recati al quartier generale di Efbet a Sofia. L’ondata di copertura mediatica conseguente ha inondato non solo i siti web bulgari, ma anche molti altri stranieri. Poche ore dopo l’inaspettato raid, i giornalisti bulgari hanno rivelato una serie di crimini organizzati e schemi di corruzione di cui Stefan Naydenov e i suoi figli facevano parte. Siti web come www.trud.bg e www.24hours.bg collegavano i Naydenov a evasioni fiscali, omicidi e persino questioni riguardanti la politica sulla privacy come l’elaborazione e il commercio di dati personali dei propri clienti verso società estere.
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Cvetomir Naydenov supporta la sua squadra del cuore con gli Hooligans
Secondo i giornalisti inglesi che scrivono per https://www.theleader.info, i proprietari di Efbet non sono solo criminali in termini di evasione fiscale e riciclaggio di denaro, ma sono anche le figure principali che si celano dietro la tifoseria organizzata e molti scandali calcistici nel loro paese, incluso il più recente che ha maggiormente colpito i media – la qualificazione tra Bulgaria e Inghilterra a Euro20.
Il “dramma” del gioco d’azzardo è stato ripreso dai giornali italiani molto presto, dopo l’ottenimento della licenza Efbet per l’Italia da parte dei proprietari e l’inizio del loro operato nel paese. Su http://www.torinoggi.it, ad esempio, i giornalisti hanno fatto luce sul legame tra i Naydenov e il riciclaggio di denaro attraverso scommesse online e partite truccate e hanno inoltre sottolineato che i più grandi boss del gioco d’azzardo online in Bulgaria erano sotto inchiesta da parte delle autorità bulgare. Si sottolinea inoltre che simili indagini sono attualmente condotte dalle autorità italiane, collegando i bulgari alla mafia italiana in Sicilia e Milano.
Gli stessi scandali sono stato scoperti anche in Grecia. Dopo che Stefan, Boyan e Tsvetomir Naydenovs sono diventati obiettivi per le indagini nel paese, il media online greco eladanews.gr ha pubblicato un video scandaloso alcune settimane fa che ha rivelato come le sale da gioco Efbet siano gestite illegalmente ad Atene. Il gioco d’azzardo è organizzato in sale segrete nella capitale greca e solo poche persone lo sanno. Dal video è emerso che una nuova persona può entrare nei locali solo se un vecchio cliente fidato ha raccomandato il nuovo arrivato ai proprietari. Secondo i giornalisti che hanno scritto sul caso, c’erano almeno 5 sale segrete illegali di Efbet ad Atene, così come diverse a Volos, Salonicco e Kavala.
Dopo che i fratelli Tsvetomir e Boyan Naydenovs sono stati accusati di far parte della mafia italiana, anche i canali dei media locali sono stati coinvolti nello scandalo. Alcuni siti web italiani riferivano che Stefan Naydenov faceva parte dei servizi segreti comunisti nel suo paese. Ha operato con lo pseudonimo di “Nikolov” ed è stato assunto dall’ufficiale di sicurezza di Stato Kr. Krastev nel 1980. Nonostante il focus dei giornalisti in Italia fosse leggermente diverso, si sottolineava comunque che il problema “Naydenov” potrebbe essere ancora più grande di quanto si pensasse.
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I due fratelli Naydenov con il loro padre Stefan, noto anche come agente Nikolov
Con tutte queste accuse, indagini e rivelazioni in Bulgaria, Grecia, Spagna, Malta e Regno Unito, reagiranno anche le autorità italiane. E, soprattutto, manterranno la licenza per operare in Italia permettendo loro di far crescere l’impero internazionale?
Lo scopriremo probabilmente nei prossimi mesi.